Altri articoli sul numero 75 Negli ultimi mesi abbiamo ricevuto richieste di aiuto da lettori che hanno incontrato difficolta' durante la realizzazione pratica dei progetti e delle modifiche alle motherboard descritte in questa rubrica e su Transaction, o che hanno semplicemente paura del saldatore. Purtroppo per motivi di spazio non ci e' possibile dare indicazioni piu' dettagliate sulla costruzione delle interfacce, ne' siamo in grado di allegare fogli di acetato trasparente con il tracciato delle piste da realizzare in fotoincisione. Tuttavia la costruzione dei circuiti e dei cavetti proposti e' sempre molto semplice, come lo spostamento dei jumper saldati sulle schede: basta seguire pochi accorgimenti per evitare danni e la maggior parte dei problemi, aumentando sensibilmente la probabilita' di realizzare un cavetto o un circuito che funziona al primo colpo. Il piu' importante trucco per eseguire con successo montaggi o modifiche all'Amiga consiste nel procurarsi gli strumenti adatti: in primo luogo stagno e saldatore. A nessuno verrebbe in mente di riparare la propria moto o automobile nuova avendo a disposizione solo una mazza da muratore e una tenaglia: analogamente, non si puo' piu' lavorare con i microprocessori moderni usando il primo attrezzo che capita in mano. Per lavorare in piena sicurezza sulle delicate schede a montaggio superficiale bisognerebbe usare almeno una piccola stazione di saldatura da 50W a punta termostatata intercambiabile, con alimentazione a bassa tensione (es: Weller "Magnastat"). Per quest'applicazione la temperatura regolabile e' superflua. E' un investimento relativamente impegnativo (ma accessibile ai piu'), necessario quando si vogliono apportare modifiche alle schede piu' costose o si ha poca esperienza: la temperatura stabilizzata e la bassa tensione limitano drasticamente le possibilita' di danneggiare scheda e componenti. In alternativa si puo' ripiegare su un saldatore a stilo da 40W con punta medio-piccola (sconsigliabili le potenze inferiori o molto superiori!), oppure su un comunissimo saldatore istantaneo a pistola da elettricista (massimo 100W; sceglierlo con una punta piccola). I saldatori a stilo alimentati a 220V sono perfetti per realizzare cavi e interfacce, ma non sono l'ideale per effettuare modifiche sulle schede perche' una piccola corrente di dispersione a 220V puo' scorrere facilmente tra la loro punta e il circuito che viene saldato. Tenere ben alla larga dal proprio Amiga i maxi saldatori con punta a cacciavite, fiamme ossidriche, ferri incandescenti e altri arnesi simili! L'altro ingradiente fondamentale per la buona riuscita della saldatura e' lo stagno. Per essere precisi non si dovrebbe parlare di saldatura ma di "brasatura": in elettronica il collegamento elettrico viene realizzato mediante infiltrazione di una lega fusa a base di stagno e piombo tra i terminali dei componenti (che sono fatti di leghe speciali a base di rame, stagno e ferro). Di conseguenza non si puo' usare uno "stagno" qualsiasi per elettricisti, ma un filo di lega ad alta qualita' per uso elettronico. Infatti e' l'unico che ha l'esatto punto di fusione e contenuto di reagenti chimici per accoppiarsi con fili o piste dei circuiti stampati, connettori e terminali dei componenti. Questi fili di lega saldante hanno piccolo diametro (compreso tra 0.5 e 1 mm, il piu' comodo e' lo 0.8 mm), una superficie lucida e un'abbondante anima disossidante che durante la fusione genera fumo in modo regolare, senza scoppiettii. Usando gli attrezzi adatti la saldatura e' facile e non pericolosa. Il fumo che si genera ha una bassa tossicita' nonostante l'odore pestilenziale; evitando di stare chinati proprio sul punto di saldatura e garantendo un po' di areazione non si corre alcun rischio (naturalmente cio' non vale per chi soffre di malattie respiratorie e per gli operatori professionali, esposti al fumo per molte ore di seguito). Con un minimo di pratica e sperimentazione si assimilano le tecniche per ottenere sempre un buon risultato, che non e' possibile trattare in dettaglio in questa sede. Vediamo solo un modo per realizzare i cavetti. Si inizia spellando per pochi millimetri i conduttori, attorcigliando tra loro i filini di rame in modo che non si sfrangino. Se il diametro del conduttore e' notevole, conviene restringerlo leggermente eliminando qualche filino (cio' non causa problemi elettrici). Si aggancia ad un supporto il filo di stagno in modo che stia fermo, quindi si portano simultaneamente a contatto con la punta del saldatore la sua estremita' e l'estremo spellato del primo conduttore: lo stagno fuso scorrera' sul rame. Se il saldatore e' valido e il cavo e' di buona qualita', la sua guaina isolante sotto l'azione del calore si ritrae solo di pochi millimetri (fusioni totali e altri disastri sono sintomo di cavo o attrezzatura non adatta). Lo stagno va usato con parsimonia, nella quantita' sufficiente a coprire la punta del filo senza formare gocce (ecco perche' deve avere diametro di un solo millimetro o inferiore). Dopo aver ripetuto l'operazione per tutti i fili, si mette temporaneamente da parte il cavo e si fissa il connettore ad un supporto adatto. Ora si porta la punta del saldatore a contatto con il primo piedino del connettore simultaneamente con il filo di stagno; anche in questo caso il filo di stagno va allontanato immediatamente dopo aver formato, spandendosi fluidamente, un piccolo straterello lucido sul terminale. Se lo stagno tarda a spandersi allontanare il filo dopo averne fuso 2-3 mm, lasciando il saldatore appoggiato sul terminale sinche' la goccia di stagno fuso sulla punta del saldatore si spande sul terminale. Solo a questo punto aggiungere altro stagno (se occorre); con un buon saldatore l'operazione dura pochi secondi e il connettore non si fonde o deforma. Per concludere l'operazione basta mettere da parte il filo di stagno e accostare accuratamente il primo filo del cavo al terminale del connettore appena "stagnato" (eventualmente, accorciare con la forbice la parte stagnata del filo), quindi appoggiare per un istante il saldatore: lo stagno si fonde subito creando una saldatura forte e precisa, senza rischi di cortocircuito (e senza scottarsi le dita). Ripetere il procedimento per gli altri fili. Per asportare lo stagno fuso dai jumper e dalle piazzole dei circuiti stampati, esiste un'apposita pompetta aspirastagno a basso costo.