Altri articoli sul numero 64 Articoli sullo stesso argomento Massimo Santoro chiede se corre dei rischi installando internamente ad A1200 un hard disk da 3.5 pollici slim (seguendo le indicazioni del numero di aprile 1994), e se e' possibile usare un hard disk di qualsiasi marca e capacita'. Chiede anche se c'e' realmente risparmio rispetto all'installazione di un hard disk da 2.5 pollici, e se una piattina lunga per inserire l'hard disk in una scatola esterna puo' essere tollerata dall'interfaccia. La risposta in breve e' si, per tutte le domande. E' pericolosa soprattutto la fase di installazione quando viene affrontata con troppa disinvoltura: si puo' rischiare di tagliare il cavo della tastiera, oppure di rompere la scheda elettronica dell'hard disk richiudendo a forza l'Amiga; il guasto puo' manifestarsi anche a distanza di tempo, quando le piste incrinate si spezzano definitivamente. Se non si sta attenti e' facile invertire le tensioni di alimentazione durante la costruzione del cavetto sdoppiatore di alimentazione: molti lettori segnalano che e' difficilmente reperibile e di solito va costruito. Dal punto di vista elettrico l'interfaccia AT-BUS degli hard disk da 2.5 pollici e' identica a quella dei 3.5 pollici, quindi una volta che l'hard disk e' installato ci sono problemi solo se scalda molto, se assorbe troppa corrente dalla linea a +12V, o anche se l'A1200 viene spostato e l'hard disk scivola fuori posizione. Per evitare problemi di surriscaldamento conviene prendere nota del consumo, che e' di solito stampato sull'etichetta: sinche' resta sotto ai 5 Watt non ci sono problemi. Alcuni costruttori preferiscono dichiarare le correnti assorbite. In questo caso si devono fare due verifiche: la corrente assorbita dalla linea a +12V non dovrebbe superare quella erogata dal particolare alimentatore che si possiede (argomento trattato sul numero 62), e la somma di ciascuna delle due correnti di alimentazione espressa in ampere moltiplicata per la relativa tensione in volt non dovrebbe superare i 5Watt. Ad esempio un vecchio Caviar 2120 che assorbe 0.24A a +12V e 0.35A a +5V funziona correttamente solo con l'alimentatore della serie "potente" e consuma 12x0.24 + 5x0.34 = 4.58W. E' idoneo per il montaggio interno, anche se consumo e calore potrebbero precludere il corretto funzionamento di schede acceleratrici. Puo' funzionare anche se l'alimentatore ha la linea a +12V piu' debole, con saltuari problemi durante il boot. Inoltre questo modello (uno dei piu' usati dai lettori che hanno tentato l'installazione interna su A1200) e' lento a partire, come gli altri Caviar: su A1200 puo' essere necessario tagliare il conduttore numero 1 (quello rosso) del cavo piatto affinche' venga riconosciuto o smetta di spegnersi ogni volta che si resetta l'Amiga. Il pin 1 del connettore IDE porta il segnale di reset: se viene scollegato, l'hard disk lo rigenera internamente con temporizzazioni piu' adatte alle sue necessita'. Bisogna evitare gli hard disk AT-BUS di recupero, perche' soffrono di problemi di compatibilita' non sempre risolvibili come nel caso dei Caviar: ad esempio i Conner CP3044 e i Seagate ST157A di solito non funzionano su A1200 (dipende dalle revisioni di BIOS). Il corretto funzionamento su A4000 non e' molto indicativo del comportamento su A1200. Invece funzionano senza alcun problema i moderni hard disk Enhanced IDE e quelli di dimensione superiore a 512Mb (vecchio limite dei BIOS IBM); ovviamente gli Enhanced IDE vengono usati solo in "mode 0", con limite di velocita' dichiarato da Commodore di 3.3Mb/sec, anche se un valore piu' onesto e' 2Mb/sec. Infine Massimo Santoro chiede se esistono programmi che con l'hard disk malfunzionano: anche questa risposta e' si, ma spesso basta fare il boot dal loro dischetto perche' ritornino a funzionare. Per abilitare il boot da dischetto basta impostare con HDtoolbox il parametro "BootPri" della partizione di boot ad un valore minore o uguale a zero (consiglio di assegnargli -100). In casi estremi la sola allocazione da parte di AmigaDOS dei buffer per le partizioni dell'hard disk sconvolge i programmi che esigono tutta la memoria per se': basta entrare nel bootmenu' (tenere pigiati entrambi i bottoni del mouse al reset) e disabilitare temporaneamente le partizioni. Giacomo Villoresi e' rimasto perplesso perche', avendo preferito installare in proprio l'hard disk nel suo A1200, il tecnico del negozio gli ha raccomandato insistentemente di pigiare il pulsante "low level format drive" di HDtoolbox prima di eseguire l'installazione software. Garantiva che e' quanto egli stesso fa ogni volta che prepara un hard disk per i clienti, per ottenere prestazioni migliori "rigenerando" la superficie magnetica e smagnetizzando le testine. Naturalmente la formattazione a basso livello non deve essere MAI tentata senza un motivo valido e con cognizione di causa, e possibilmente non con HDtoolbox! Gli effetti vantati dal tecnico erano validi per gli hard disk di qualche anno fa (ad esempio quello IDE XT-bus di serie su A590), ma gli hard disk AT-BUS e SCSI di oggi si limitano a rispondere con un messaggio di "comando eseguito senza errori" quando ricevono l'ordine di formattazione, senza fare nient'altro. La formattazione a basso livello di hard disk con registrazione a zone, tracce servo intercalate e smagnetizzazione automatica ha la stessa efficiacia della "prova del cacciavite" sugli impianti elettrici delle moderne automobili piene di centraline elettroniche. Un hard disk moderno molto spesso non si puo' formattare realmente a basso livello, perche' e' privo dei circuiti necessari e i suoi piatti vengono preformattati in fabbrica con un macchinario speciale, prima del montaggio in camera pulita. Ci stiamo avvicinando a grandi passi alla stessa densita' di memorizzazione delle memorie al silicio: basta che cada un batterio sul disco per perdere dati. Nei pochi hard disk dove la formattazione a basso livello e' ancora possibile bisogna usare dei programmi specifici forniti dal costruttore. Infine, sui dischi SCSI il comando "low level format" conserva il suo nome storico ma ha cambiato funzione: ora serve solo a dare la conferma finale per quei comandi (inviati precedentemente) che cambiano le caratteristiche operative del disco (riassegnazione dei blocchi difettosi, modifica della dimensione del blocco, parametri geometrici...). A volte se inviato da solo esegue un'azione di default, come la verifica e riassegnazione dei bad blocks, e per questo motivo bisogna fare attenzione nell'usare HDtoolbox con i dischi SCSI. HDtoolbox e' un programma molto semplice e ingenuo: si aspetta solo di ricevere un messaggio che conferma che tutto e' andato bene. Se riceve un messaggio di errore, qualsiasi esso sia, invia di nuovo l'ultimo comando oppure conclude l'operazione. Sfortunatamente gli hard disk di alcune marche presuppongono un po' piu' di intelligenza. Il risultato finale e' che dopo aver pigiato il pulsante "low level format" l'hard disk comincia a lavorare anche per ore, e dopo il trattamento non funziona piu': non viene piu' riconosciuto da AmigaDOS, oppure diventa lentissimo, o pieno di tracce difettose. E' il caso di alcuni Western Digital, Seagate (serie Swift, Wren3 ecc.), Kalok e molti altri (soprattutto i piu' vecchi). A questo punto non resta che usare programmi di formattazione specifici e sperare che la situazione sia recuperabile.